1° EDIZIONE CONCORSO NAZIONALE 2009/2010

I Giusti, il totalitarismo e la coscienza europea – Convegno Conclusivo

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Il Parlamento Europeo nella risoluzione “Coscienza europea e totalitarismo” del 2 Aprile 2009  ha richiamato i pericoli derivanti  dalla insufficiente consapevolezza che i sistemi totalitari del 900, nazismo, fascismo e comunismo, rappresentano una eredità comune per l’Europa.
Il fenomeno del totalitarismo ha riguardato tutta l’Europa sia prima, che durante la Seconda guerra mondiale e, nei paesi del cosiddetto blocco orientale, anche per molti anni dopo. Esso ha lasciato un segno, riscontrabile nella memoria pubblica e privata, anche se, in taluni casi, questo passato risulta ancora oggi molto difficile da recuperare. Ci si chiede se una netta divaricazione tra fascismo/nazismo e comunismo come due esperienze relegate in due aree geograficamente distinte sia in grado di rendere ragione della complessità dei fenomeni storici; se sia stato giusto, nel processo di elaborazione della memoria, contrapporre la memoria della Shoah alla memoria del Gulag (il più delle volte semplicemente omessa); se infine i fenomeni di resistenza al totalitarismo nelle due aree europee siano comparabili.
Per la formazione di solide comunità civili è necessario non solo rendere giustizia alle vittime dei vari sistemi totalitari, senza attuare alcuna discriminazione, ma anche ricordare la testimonianza particolare resa dai Giusti contro tutti genocidi e i crimini contro l’umanità.
I Giusti, infatti, non si sono limitati a denunciare il male con cui sono venuti in contatto, ma hanno scelto, con le loro azioni, di condividere i rischi e le sofferenze dei perseguitati. Sono quindi per noi degli esempi morali, poichè le loro scelte controcorrente, di contrasto al male, ci indicano la verità della storia di cui sono stati testimoni e al tempo stesso ci richiamano alla responsabilità personale. 
Anche nei regimi comunisti dell’Europa Orientale ci sono stati oppositori o resistenti morali, il cui insegnamento deve essere raccolto. Si può definire come “resistenza morale” quell’azione di resistenza a un regime ingiusto che l’individuo mette in atto e che, pur essendo fine a se stessa, è tuttavia un’azione di opposizione. Uomini come questi ci lasciano una testimonianza che è molto vicina, nella sua finalità, alla testimonianza dei Giusti.
 La memoria che può generare una rinascita morale è quella che fa tornare la storia sui propri passi, per giudicarli e attuare un’opera di riparazione. Giustizia per i milioni di morti innocenti, ma anche per quegli uomini che sono stati capaci di comportamenti di eccellenza sul piano della dignità umana, le cui azioni rischiano di rimanere nell’oblio se non c’è uno sguardo allenato a riconoscerle. 

Il lavoro svolto dalle scuole che hanno partecipato al Concorso Nazionale e le ricerche premiate rappresentano l’inizio di questa importante e difficile presa di coscienza della comune storia europea e della necessità di costruire una memoria europea condivisa.