MEDICINA E IL SALVATAGGIO DEGLI EBREI
La memoria: il cuore del futuro. Iniziative gennaio e febbraio 2015
Settant’anni fa, il 27 gennaio del 45, i soldati dell'Armata Rossa entrarono nel campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Gli Alleati scoprivano i campi di sterminio tedeschi, non campi di prigionia in cui le condizioni potevano essere più o meno dure, ma luoghi nati e gestiti per attuare lo sterminio programmato di grandi masse di persone.
Veniva così alla luce quello che possiamo definire il vero orrore della Seconda guerra mondiale, un qualcosa che non può trovare alcuna giustificazione né militare, né politica, né economica.
Pur limitandoci a parlare dello sterminio dei soli Ebrei ci troviamo di fronte a cifre enormi. Raul Hilberg, nel suo libro La distruzione degli ebrei d'Europa, parla di un numero compreso fra 5 e 6 milioni.
Anche l’Italia fascista fece la sua parte in attuazione delle cosiddette “leggi razziali”, anche se qui l’attuazione non fu così diligente come lo fu in Germania, grazie al fatto che molti ebrei furono nascosti e aiutati a sfuggire alla deportazione.
“Medicina e il salvataggio degli ebrei.” ha titolato il gruppo di ricerca del Liceo Scientifico “E. Fermi”, non perché ci siano stati a Medicina episodi eclatanti o numerosi, ma per dimostrare come anche in piccole realtà dove non esistevano organizzazioni a questo finalizzate molti ebrei siano stati aiutati da singole famiglie che di fatto formavano una fitta una rete clandestina di resistenza al fascismo e al nazismo.
Essi furono aiutati così come furono nascosti e aiutati renitenti alla leva della RSI, soldati sbandati dopo l’8 settembre, militari alleati sfuggiti alla prigionia, aviatori alleati abbattuti e simili.
Ciò era avvenuto con grave rischio proprio e delle proprie famiglie. Episodi incredibili forse per i giovani di oggi, tanto lontani da quegli avvenimenti, ma chi non è abbastanza grande per sapere, è abbastanza grande per imparare.
Non é durato 1000 anni il Terzo Reich, ma durerà 1000 anni il ricordo degli orrori che sono stati commessi in suo nome: deve durare!
Ed è in primo luogo nostro compito, compito della scuola, attraverso un’opera di conoscenza, di ricerca, di individuazione e di analisi di ciò che condusse a questi fatti, fare sì che questo avvenga.
In quest’ottica va vista l’iniziativa del Comune di Medicina che porta a conoscenza, in primo luogo di altri studenti, il lavoro svolto dai ragazzi del “Fermi”, perché la celebrazione della Giornata della memoria non resti una superficiale rievocazione che lascia poco più che indifferenti, ma che divenga occasione per calarci in una realtà conosciuta, identificabile con i nomi dei luoghi, delle persone e delle famiglie che furono protagoniste di questi fatti, trasformandoli in qualcosa di concreto e non in un discorso impersonale, anonimo, come purtroppo resta ogni studio effettuato su un libro di testo.
Scrive, poca prima di essere condotto al patibolo, Julius Fučík, dirigente della Resistenza cecoslovacca, impiccato dai nazisti, a proposito di coloro che furono vittime della follia nazista: “Vorrei che tutti costoro vi fossero sempre vicini come persone che abbiate conosciuto, come membri della vostra famiglia, come voi stessi.”
Luciano Trere
Nella foto: Raffaele Poli e la figlia.
Raffaele Poli, esponente del CLN di Medicina, contribuì al salvataggio di Alessandro Dalla Volta e della sua famiglia.