Convegno 2011 - Interventi Prima Sessione

Octav Bjoza
Presidente dell’Associazione Nazionale degli ex detenuti politici rumeni (AFDPR).

La repressione  dell’opposizione politica durante il comunismo romeno.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni ’60, migliaia di romeni, nel più assoluto isolamento e senza ricevere un qualsiasi aiuto dell’Occidente, si sono ribellate al regime comunista ed alla presenza sovietica sul territorio della Romania. Nel settembre 1944 l’armata rossa occupò la Romania. Alcuni reparti dell’esercito regolare romeno, guidati da ufficiali fedeli al Re Michele, decisero di iniziare la guerriglia contro gli invasori e il regime comunista. Seguirono processi ed esecuzioni ordinate dai commissari politici sovietici, con il risultato di ingrandire i gruppi di opposizione in montagna con l’afflusso di civili: contadini, perseguitati anche per la fede cristiana, intellettuali, operai, studenti. Nel 1947, dopo che il Re Michele fu obbligato all’esilio e la creazione della Repubblica Socialista Romena, si intensificò la politica di annientamento delle varie opposizioni, si avviò in campagna il processo di collettivizzazione forzata, che provocò l’arresto e l’eliminazione fisica di migliaia di contadini.  Le repressioni ebbero come conseguenza il rifugiarsi nelle foreste di centinaia di persone che andarono ad affiancare il gruppo degli ufficiali anticomunisti. La loro lotta, lunga e poco conosciuta, è stata stroncata definitivamente intorno agli anni ’60. Pochi sono i sopravvissuti, molti sono morti sotto torture incredibili, alcuni, incompresi e isolati anche ora, sono testimonianza che quel mondo non è ancora tramontato.
 

Testo dell'intervento
 

Emilia Baranowska - Katarzyna Kusz

Jacek Kuron: un Mandela polacco
Jacek Kuron è uno dei primi oppositori democratici che contrastarono la dittatura comunista in Polonia, contribuendo in questo modo alla caduta del regime in Polonia e in altri paesi del blocco comunista. Kuron è un vero eroe dell’opposizione democratica “combattente” polacca, e, di conseguenza, un personaggio d’mportanza vitale per la storia della Polonia. Kuron merita di essere considerato anche un Giusto innanzitutto perché animato dall’idealismo più sincero e dalla convinzione che le idee giuste debbano essere trasformate in azioni.
Cresciuto in una famiglia di simpatizzanti socialisti e convinto degli ideali del socialismo e della possibilità della loro concreta realizzazione, Kuron è inizialmente militante dell’associazione della gioventù polacca ZMP  (l’organizzazione politica fondata dal regime comunista) e, successivamente, attivista dello Zwiazek Harcerstwa Polskiego (ZHP, l’associazione scout polacca). Nel 1953 viene cacciato dallo ZMP, come anche dal PZPR (Partito Operaio Unificato Polacco) per averne criticato i principi. Nel 1961 il Circolo Walterowcy, divenuto poi Hufiec Walterowski, di cui Kuron è comandante, viene sciolto. Nel 1962 Kuron entra a far parte del Forum di Discussione Politica, fondato da Karol Modzelewski.  Insieme a Modzelewski, redige nel 1964 la Lettera aperta al Partito, in cui critica la burocratizzazione e il carattere classista del regime della PRL. Vittima di repressioni politiche,  viene arrestato e condannato a 3 anni di prigione. Disilluso dalla realtà politica polacca, lontana dagli ideali marxisti, Kuron diventa un acceso oppositore e dissidente. Combatte contro il sistema e mai contro le persone, rimanendo sempre fedele ai propri ideali basati sulla centralità dell’uomo.

Testo dell'Intervento

Presentazione

Lavinia Ciupe
Liceo Greco-cattolico “Timotei Cipariu” (Bucarest)

Una contadina coraggiosa: Elisabeta Rizea
Elisabeta Rizea, figlia di Ion e Maria Şuţa, nacque il 28 giugno 1912, a Domest, distretto di Arges,. Nipote di un democristiano del partito contadino, assassinato nel 1946, il giorno delle elezioni, per la sua aperta opposizione al regime sovietico. Era una donna semplice, una contadina che desiderava solo lavorare il suo pezzo di terra. Sia lei che il marito si coinvolsero con il movimento di resistenza al comunismo, aiutando il gruppo dei partigiani ufficiali anti-comunisti  rifugiati in montagna. Fu arrestata nel 1949 e condannata a sette anni di prigione. Rilasciata nel 1958, fu di nuovo arrestata sei anni più tardi, dopo la cattura di uno dei partigiani e condannata a morte. La pena fu trasformata in 25 anni di lavoro forzato, ma nel 1964 fu liberata e riuscì così a rivedere le sue figlie e suo marito. E’ morta  nel 2003.

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Fein Nelu Ben
Scuola Italiana “Aldo Moro” ( Bucarest)

Vladimir Ghica
“O dolce Signore, possa io vivere una vita simile alla Vostra. O dolce Signore, possa io morire una morte simile alla Vostra.” Era una delle preghiere favorite di Monsignor Vladimir Ghica, nato il 1873 il giorno di Natale con il titolo di principe, figlio di un illustre diplomatico, discendente dI una delle più facoltose famiglie principesche della Moldavia. Vladimir fu educato in Francia. Si convertì al cattolicesimo a Roma nel 1902. Da laico  condusse una vita attiva nei circoli diplomatici, culturali e politici di Parigi, Roma, Tessaloniki, Bucarest. Intellettuale brillante, fu scrittore, poeta, disegnatore, drammaturgo, storico, autore di parecchi libri. Nel 1905 conseguì il Dottorato  in Teologia. Venne ordinato sacerdote nel 1923. Fu nominato dal Papa Pio XI Protonotario Apostolico. La Seconda Guerra Mondiale lo colse in Romania dove, sotto i bombardamenti, continuò il suo apostolato al servizio dei poveri. Nell’immediato dopo guerra, con i comunisti che s’impadronirono del potere, si oppose senza paura ad un governo ateo. Nel 1952 fu messo in prigione dove morì in seguito alle torture subite nel 1954.
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