LA PROSPETTIVA STORIOGRAFICA DELLE AZIONI DI SALVATAGGIO, DEI SALVATORI E DEI SALVATI

Saggio di Antonia Grasselli pubblicato sulla rivista Respublica
della Università LUMSA di Roma

Il saggio, pubblicato sul N.8 della rivista Respublica (gennaio – aprile 2014), promossa dall’Università LUMSA di Roma, s’inserisce nel dibattito attuale sul tema proponendo una nuova visione interpretativa. L’Italia rappresenta in Europa un caso molto particolare di salvataggio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
La percentuale italiana delle vittime della Shoah è una delle più basse d’Europa: il 18,6% di una popolazione ebraica stimata nel settembre 1943 di circa 33.357 unità. L’81,4% (pari a circa 27.138 persone) si è salvato. L’azione di salvataggio degli Ebrei in Italia rappresenta un capitolo importante della storia della resistenza civile durante la Seconda guerra mondiale e della storia della Chiesa in questi anni. Mancano tuttavia studi che offrano un quadro di sintesi delle vie di fuga degli Ebrei sul territorio italiano e dell’impegno per la loro salvezza. Si può dire perciò che la salvezza dei 27.138 Ebrei sia una questione storiografica di grande rilievo. Si tratta di un fenomeno sociale molto più rilevante, sotto questo profilo, del collaborazionismo alla RSI.
Per comprendere un’azione di soccorso così generalizzata, il suo retroterra culturale e sociale, occorre esaminare le reti di soccorso clandestine (nazionali e sovranazionali) che l’hanno resa possibile, senza nulla togliere al valore dell’iniziativa individuale. La rete più importante fu quella  costituita dagli istituti religiosi. La partecipazione dei cattolici alla Resistenza si è qualificata anche attraverso quest’azione di soccorso, condotta in contatto con esponenti cattolici nei CLN locali e con l’apporto determinante del clero.
La rete degli istituti religiosi, la DELASEM (Delegazione per l’assistenza degli ebrei migranti), il soccorso organizzato in Toscana e Assisi, le reti di soccorso per l’espatrio clandestino in Svizzera, l’assistenza prestata nei campi d’internamento, il canale fiumano e l’azione svolta da Giovanni Palatucci sul confine orientale sono i temi trattati nel presente saggio, nel tentativo di tracciare, sulla base della documentazione edita, un iniziale quadro nazionale sufficientemente completo ed orientativo.
E’ possibile e necessario riconoscere alla memoria dei Giusti tra le Nazioni le caratteristiche di una prospettiva storiografica per leggere la storia nazionale nella direzione di una “storia globale” e di una “storia della società”.
Il testo è reperibile in biblioteca.

Per ricevere l’estratto del saggio scrivere a: info@storiamemoria.eu

Giusti della Shoah non eroi solitari
Marco Roncalli (Avvenire, 14 ottobre 2014)