L'AFRICA CON NOI - L'AFRICA TRA NOI

Seminario di studio
5 marzo 2015 (8.30- 16.30) - Via Nazionale Toscana,1 Bologna

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Conoscenza e impegno per lo sviluppo nel mondo globalizzato
Giampaolo Venturi

Talvolta si ha l’impressione che si promuovano troppe iniziative, anche per l’Africa; o che troppi “peschino” nelle tragedie del momento. Ma l’Africa è continente di tale immensità, e in così forte evoluzione, che non si corre certo questo rischio. L’importante è avvicinarsi con serietà, sia nello studio, che deve sempre accompagnare ogni iniziativa, sia nell’intervento attuativo di un progetto; avvalendosi dell’esperienza di chi ci ha preceduto e ascoltando i “diretti interessati”. Questo richiede fatica e pazienza, due termini poco di moda, ma che, nel caso di questo progetto, hanno alle spalle un’ampia esperienza, quanto meno in campo storico ed europeo.
Non so se si possa dire che il Sud del Sudan è stata una delle zone “più martoriate dell’Africa”; ma solo perché altre potrebbero rivendicare questo triste primato. Certo, è stata una di quelle; nella ricerca di una autonomia mai concessa, spesso nell’indifferenza generale; nonostante i milioni di profughi e i milioni di vittime; in ultimo, divenuta indipendente, per i dissidi interni. Perché meravigliarsi? Non va dimenticato che l’Africa ha una tradizione “tribale”, e che questo comporta gravi conseguenze, che solo eufemisticamente si potrebbero definire fattori di instabilità (la Libia di oggi insegni, a chi vuole capire; come già era stato per la Somalia).
Tutto questo non è ignoto solo agli studenti; lo è, come tante altre parti del mondo, salvo momentanee eccezioni, all’opinione pubblica in genere. Ben venga quindi una iniziativa che, rivolgendosi agli studenti, cerchi di migliorare, per quanto possibile, la loro conoscenza dei problemi, di aprire una finestra, e, magari, li stimoli a darsi da fare, ad avere obiettivi non solo scolastici o ludici. E’ bello che, tenendo il prossimo seminario teorico – pratico nella grande sala del Cefal, nella quale tante volte in questi decenni è intervenuto G. Bersani (e, d’altra parte, tutto il complesso fu iniziativa sua), si stabilisca un qualche collegamento fra l’azione del “Padre dell’ Africa” (presidente a vita del Comitato Paritetico Europa – Africa) e quelle nuove generazioni alle quali Bersani amava rivolgersi; cogliendo tutte le occasioni che si offrivano; lo fece anche al Liceo Fermi, una mattina, in una conversazione che risulta, per gli studenti che c’erano, indimenticabile. Bersani era il testimone vivente, e tangibile, di un impegno a livello europeo e mondiale per “gli altri” che aveva la forza della vita vissuta, delle idee che sanno dare luogo a progetti, che cambiano la vita di intere regioni di un continente. Alla fine della mattinata, più studenti diedero la propria disponibilità a fare una esperienza d’Africa, a vedere le realizzazioni raggiunte e i progetti in atto. Le sue realizzazioni, nonostante il maggiore rilievo dato dalla stampa in questi ultimi anni, sono poco conosciute; non si ha quindi idea dell’immenso lavoro, in viaggi, progetti, realizzazioni, che lo portò a conoscere ogni angolo del continente; è poco noto il suo impegno per una formazione che desse ai giovani il senso del lavoro, e consentisse una apertura consapevole al resto del mondo. Un mondo che, in qualche modo, ad elastico, come ieri ha portato tanti europei in Africa (penso in particolare alla Algeria e al Sudafrica), sta portando migliaia di africani in Europa. L’Europa ha un patrimonio culturale, spirituale, progettuale del quale vale la pena fare partecipi altre parti del mondo; basta impegnarsi a conoscerlo.