LETTERE DA AUSCHWITZ – Un epistolario singolare

Auschwitz – Birkenau 16/03/2005

Cari ragazzi,
                     davanti a me la realtà delle cose: resti e rovine in un’immensa distesa di neve. Il nostro vagare, isolati e a gruppi, come di chi cerca, senza avere la piena consapevolezza del “che cosa” e del “come”.
Se con noi avevamo qualcosa, ora non resta più niente: la nostra solita vita, il pensiero della scuola, gli affetti, le nostre stesse conoscenze.
Tutto è scomparso davanti a questa realtà che s’impone: tutto è realmente accaduto.
E’ accaduta quella tremenda possibilità iscritta nella storia.
Se è accaduto, vuol dire che può accadere.
Ma cosa ha conservato per noi il passato?
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Pubblicate nel luglio 2006 (A.Grasselli, S.Maletta, “I Giusti e la memoria del bene. Chi salva una vita, salva il mondo intero”, Cusl), queste lettere di risposta a quella inviata dalla professoressa ai suoi studenti al ritorno del viaggio in Polonia, hanno lo straordinario potere di far entrare il lettore nella realtà cruda del campo, non appena nella sua realtà materiale (i resti e le rovine di quella che è stata una struttura di morte), ma molto di più nel dramma umano che lì si è consumato, riecheggiato e come riflesso nell’animo di chi ha accettato di lasciarsi ferire da quella sorte. 

Il viaggio in Polonia (14/18 marzo 2005) e la visita al campo di Auschwitz e Birkenau hanno costituito la fase conclusiva di un progetto molto ampio di cui si pubblica una scheda di presentazione, il primo realizzato dal Liceo Scientifico “E.Fermi” sui Giusti tra le Nazioni, nell’anno scolastico 2004/2005.
La visita ai campi di Auschwitz e Birkenau va perciò vista nella prospettiva aperta dal progetto e come conclusione di un percorso di studio. La modalità in cui è stata organizzata ha conferito a questa esperienza una forte connotazione esistenziale.
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Le lettere
Il progetto:“Sessantesimo Anniversario della Liberazione. Gli ebrei dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione delle vite: vie di fuga e impegno per la salvezza.”
Reportage da Auschwitz. La fotografia interroga e interpreta la realtà (Pietro Passarelli)

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