NON CI RESTA SOLO IL NOME

Visita ai cimiteri polacco e inglese di Bologna

Ai confini del comune di Bologna, già sul territorio del comune di San Lazzaro, lungo il fiume Savena, si erge, con il suo ingresso monumentale, il cimitero polacco, dove, con le sue 1432 salme, riposa il numero maggiore di soldati del Secondo Corpo d’Armata polacco che sono morti in Italia combattendo con gli inglesi. Lì accanto il piccolo e curatissimo cimitero inglese, immerso nel suo silenzio, ma non nell’abbandono.
Non poteva mancare una visita ai due cimiteri da parte dei partecipanti, italiani e polacchi, al Seminario Il lungo cammino del Secondo Corpo d’Armata polacco e il controverso rapporto con la realtà italiana (1939 – 1946), che si è svolto presso il Liceo Fermi il 18 marzo 2014 per ricordare il 70°Anniversario della battaglia di Montecassino.


La visita ai luoghi della memoria conferisce allo studio della storia un senso di realtà, che è essenziale per la comprensione degli eventi del passato, i cui agenti principali sono gli uomini che li hanno voluti o che vi hanno partecipato.
Le guerre sono fatte di battaglie, vinte e perse. Sul terreno migliaia di morti. Nei libri di storia restano le cifre, numeri astratti che non possono da soli rendere la dimensione del dramma umano. I grandi cimiteri di guerra, con le migliaia di croci, una accanto all’altra, hanno la capacità, invece, di mostrare con evidenza immediata che quel numero è la somma di tante individualità, che richiedono, ciascuna, il nostro rispetto, la nostra pietà per il destino spezzato, la nostra preghiera.
Il cimitero polacco è stato quindi luogo non appena di una visita, ma di una celebrazione che, nella sua semplicità, ha voluto mostrare il dovere del ricordo da parte degli italiani e dei polacchi, grati entrambi per quei soldati che in patria non sono più potuti ritornare.
Un ringraziamento particolare al prof. Enzo Casadio che, con le sue spiegazioni, ha guidato la visita e alla dott.ssa Bernadeta Grochowska, Presidente dell’Associazione di Polonia di Cesena che ha svolto la funzione d’interprete.
Le riprese e il montaggio del video sono di Vera Modugno